La monumentale torre, alta 25 m. (considerando la torretta) e databile al tardo Trecento, che svetta sull’intero complesso fu inglobata nella masseria costruita verso la metà del XVI secolo. A pianta quadrata, è provvista su tutti i lati di feritoie e caditoie. In un rogito del 1615 il complesso compare comunque come semplice feudo ad indicare che non era più considerato un fortilizio.
“Nell’anno 1283 dall’incarnazione del Signore, sotto il regno del nostro illustrissimo signore Carlo (D’Angiò) re di Gerusalemme e Sicilia nel mese di aprile, Giovanni de Ogento, signore del casale di Cicivitio, con la sign… per dono e beneficio della sua anima e di quella dei suoi parenti, ha fatto costruire e dipingere questa “basilica” in onore di Dio e del beato Nicola vescovo glorioso confessore, dipinto per mano di N. Melitino e Nicola …” (1)
All’interno, nell’unica abside, è dipinto il Cristo Pantokrator, al di sotto del quale si distinguono, separati dalla monofora centrale, S.Basilio (a sn.) e S.Giovanni Crisostomo (a ds.).
Il taglio alto e verticale della monofora che si apre nel cilindro absidale, ha conseguentemente ridotto lo spazio destinato al catino: il Cristo Pantokrator in alto dunque, benedicente alla greca con la mano destra mentre nella sinistra tiene un vangelo aperto dove è scritto in latino – Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre (Giovanni VIII, 12) – risulta essere come schiacciato.
Sempre sulla parete est, al di sopra dell’abside, è campito il Cristo in una mandorla portato in gloria da angeli e attorniato dai Quattro Viventi (Tetramorfo) mentre ai lati dell’abside, sulla parete nord, è visibile la scena dell’Annunciazione, la prima delle scene delciclo cristologico che poi si dipana nel registro superiore.
Nel registro superiore della parete sud, la prima scena identificabile è quella della Natività, seguono
la Presentazione al tempio, il Battesimo e la Trasfigurazione; di quest’ultima scena si notano benissimo le figure di san Pietro e sant’Elia, in quanto un tempo coperte dall’arco di sostegno posticcio (2).
Nel registro inferiore della parete sud, ripartendo dall’abside, troviamo un santo diacono con turibolo e vangelo, identificato come santo Stefano; segue, dopo la piccola finestra, un altro santo diacono con turibolo e con pisside. A seguire, sotto un arco trilobato che conferisce a questo pannello il giusto risalto, un viso della Madonna leggermente reclinato a destra: è una Vergine in trono, presumibilmente recante il Bambino. Dopo l’attuale porta d’ingresso, figure di santi tra cui san Vincenzo (riconoscibile solo dall’iscrizione esegetica) e una santa, per la cui identificazione è stata proposta Agata.
Nella parete ovest, in basso, notiamo il frammento superiore di san Giorgio, riconoscibile grazie all’iscrizione esegetica. Nella rientranza, una Vergine col capo reclinato, mentre sopra l’ingresso tamponato compare l’iscrizione dedicatoria già richiamata. Sulla stessa parete, nel registro superiore, proseguono le scene del Dodekaorton, ma la loro leggibilità è a dir poco difficile. Probabile l’identificazione della Resurrezione di Lazzaro (proposta dal Marino), a cui fa seguito l’Ingresso a Gerusalemme.